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MARZO
2020
Mia Martini
NOTIZIA PUBBLICATA IL 04 Marzo 2020

La singolare vicenda quella di ‘Fammi sentire bella’, il brano che dà il titolo al docu-film di Rai3 messo in onda a 25 anni dalla scomparsa dell’artista, raccontata a L’Indro da Gianna Bigazzi, vedova di Giancarlo, il noto compositore fiorentino di fama internazionale.

Nella notte tra il 12 e 13 maggio del 1995 il destino si portava via una delle più grandi voci della musica italiana: Mia Martini. Sola e priva di soccorsi nella casa in cui da poco si era sistemata vicino Varese. 25 anni dopo quella tragica perdita, alcuni eventi hanno richiamato alla nostra memoria la vita, gli amori, le amicizie, i successi e le tante ingiustizie subite da quella che i giornali francesi definirono ‘l’Edith Piaf’ italiana, in particolare il docu-film del regista Giorgio Verdelli, trasmesso su RAI3 il 27 febbraio scorso, il cui titolo (‘Mia Martini, fammi sentire bella’) è ispirato ad un brano fino ad allora inedito, interpretato dalla stessa cantante e pubblicato il giorno successivo dalla Sugar Music, l’etichetta di Caterina Caselli.  Com’è potuto accadere che un brano, con la voce di Mia Martini, sia rimasto in un cassetto per  tanti anni prima di vedere la luce? A questo interrogativo ha in buona parte risposto la stessa Caselli, che tanto si è attivata perché quel brano di struggente malinconia trovasse un’adeguata collocazione, tale da rendere giustizia all’artista scomparsa, cosa cui teneva anche tantissimo Gianna Bigazzi “che – a detta di Caterina Caselli  – aveva un rapporto profondo di amicizia con Mimì.”
E allora, per conoscere più nel dettaglio i motivi di questo ‘ritrovamento’ poniamo la stessa domanda proprio a lei, Gianna vedova del noto Giancarlo Bigazzi, autore  di brani di  successo internazionale ( basti citarne uno su tutti – ‘Gloria’– che incantò anche il celebre direttore d’orchestra austriaco Herbert von Karajan, il quale interruppe una riunione per ascoltarlo alla radio) e per i maggiori interpreti della canzone  italiana (Ranieri, Tozzi, Mina, Masini, Raf, Vanoni, Morandi, Ruggeri, Vallesi, ecc.ecc.). Quel brano infatti è nato a casa Bigazzi e Gianna ne ha seguito le diverse fasi.
Cara Gianna, qual è l’incredibile storia di questo ‘inedito’? Come è nato e perché è rimasto nascosto per così tanto tempo?
La storia andò così. Un giorno arrivò su a casa nostra a Settignano (una collina intorno a Firenze) Mia Martini – e nel bel docufilm si vedono gli ambienti dove Mimì soggiornò – la quale voleva cambiare aria e ‘giro’ artistico e lasciarsi alle spalle le  vicende che l’avevano tormentata, amava le canzoni di Giancarlo ma non aveva mai avuto modo di lavorare  con lui, autore e produttore di  successi popolari. “Giancarlo, scrivi qualcosa anche per me”, gli disse...

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